Cos’è la psicodiagnostica?

La psicodiagnostica è quella particolare disciplina che si occupa nello specifico della valutazione e della diagnosi in ambito psicologico, della personalità e psicopatologico.

Detto in termini semplici e comprensibili, la diagnosi serve a capire come funziona la personalità dell’individuo che ci si trova di fronte, a comprendere quale sia il suo problema (disturbo o patologia), ma anche quali siano le sue risorse e difficoltà, in modo da avere un quadro il più completo possibile.

L’esame psicodiagnostico consente di valutare la personalità a più livelli:

  • Cognitivo
  • Emotivo
  • Relazionale
  • Difensivo

A cosa serve la psicodiagnostica?

La psicodiagnosi viene utilizzata in molti settori e ambiti diversi, dal clinico al forense, dall’ambito medico legale e assicurativo a quello scolastico.

Psicodiagnostica in ambito clinico

In ambito clinico, la psicodiagnosi è necessaria per comprendere i sintomi manifestati dal paziente, le cause che scatenano il disturbo in modo da definire il trattamento più utile per la sua specifica problematica. Una valutazione psicodiagnostica può anche essere richiesta da un collega psicologo o psicoterapeuta per valutare lo stato di salute del proprio assistito in modo più completo e approfondito.

Psicodiagnostica in ambito forense

In ambito forense, l’indagine psicodiagnostica è di supporto nel lavoro dei Consulenti tecnici d’ufficio (CTU) nominati dal tribunale o per quello dei Consulenti tecnici di parte (CTP) per approfondire la personalità del soggetto, accertarne la capacità genitoriale oppure valutare la capacità di intendere e volere. Più nello specifico, questo tipo di accertamenti vengono messi in campo in caso di adozione o affidamento, abusi su minori, separazioni coniugali.

Psicodiagnostica in ambito medico legale e assicurativo

Ma la valutazione psicodiagnostica ha applicazione anche in campo medico legale e assicurativo.

Quando avviene un incidente o si subisce un danno da parte di terzi per qualsivoglia motivo, infatti, le conseguenze dell’evento possono essere non soltanto fisiche, visibili a occhio nudo (per es. una gamba rotta). Occorre guardare anche all’integrità psichica della persona e agli effetti che il trauma può comportare sulla sua qualità di vita. Alla valutazione del danno fisico o morale, si può aggiungere anche quella del danno psichico e del danno esistenziale.

Per danno psichico o lesione psicologica si intende sia ciò che causa un vero e proprio danneggiamento fisico nella psiche della persona sia il turbamento, l’alterazione mentale che non si collega necessariamente a una lesione fisica. Se, per esempio, subisco un incidente automobilistico in cui non riporto delle vere e proprie ferite ma il trauma che ne consegue scatena in me disturbi quali la depressione o un disturbo post-traumatico da stress, ci troviamo di fronte a un danno psichico che deve essere risarcito.

Per danno esistenziale, invece, è quel tipo di danno che causa un peggioramento nelle condizioni o nella qualità di vita della persona che lo subisce. Pensiamo sempre al caso di un incidente stradale. Magari vengo investito da un’auto e mi rompo una gamba e per questo, per mesi, non riesco a guidare e quindi a recarmi sul mio posto di lavoro e a essere autonomo. Questo può essere considerato un danno esistenziale.

In quali casi può essere utile valutare il danno psichico o esistenziale?

  • Incidente stradale
  • Perdita di un caro legata a un incidente
  • Errore medico di qualsiasi tipo: pensiamo al caso di un intervento di chirurgia estetica che lasci segni difficilmente eliminabili
  • Danno da parte di terzi di qualsiasi tipo
  • Casi di mobbing
  • Casi di stalking
  • Casi di bullismo

Psicodiagnostica in ambito scolastico

La valutazione psicodiagnostica viene utilizzata anche nell’ambito scolastico e dell’età evolutiva per valutare eventuali difficoltà scolastiche e per la diagnosi dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) quali dislessia, discalculia, disortografia.

Come si svolge un esame psicodiagnostico?

Per realizzare una valutazione psicodiagnostica completa, di solito, sono richieste dalle 3 alle 5 sedute.

Il primo incontro è dedicato al colloquio clinico tra lo psicologo (o psicoterapeuta) e il paziente, che può parlare liberamente delle proprie difficoltà e dei motivi che lo hanno spinto a rivolgersi al professionista. Il colloquio è necessario per raccogliere tutte le informazioni e gli elementi necessari a inquadrare la situazione, pertanto il clinico potrebbe condurre la conversazione verso alcune aree relative alla problematica esposta, esplorando la sua storia familiare e la sua situazione personale.

Nelle sedute successive si passa alla somministrazione di una batteria di test psicologici, necessari a raccogliere campioni di aspetti comportamentali, cognitivi e di personalità. Solitamente si utilizzano:

  • Test cognitivi, utili a calcolare il quoziente intellettivo
  • Test proiettivi come il test di Rorschach o il test del disegno della figura umana
  • Test di personalità come l’MMPI 2 (Minnesota Multiphasic Personality Inventory)

 

 

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