Attacco di panico, sintomo del cambiamento 15 Set 2017

BY: admin

Psicologia

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L’attacco di panico è, ad oggi, uno dei malesseri più diffusi nella popolazione: secondo le stime disponibili almeno 5 milioni di italiani soffrono di attacchi di panico e quasi il doppio degli individui avrebbe sperimentato almeno una volta l’esperienza dell’attaco di panico.

Ai dati statistici si aggiunge l’evidenza della pratica quotidiana di psicologi e psicoterapeuti, contattati nella maggior parte dei casi per trattare proprio questo tipo di sintomo e cercare di restituire la serenità a chi ne è colpito. L’attacco di panico potrebbe, dunque, essere indicato come il disagio psicologico contemporaneo per eccellenza.

Ma si tratta effettivamente di un male?

Chi viene colpito da un attacco di panico può sicuramente descriverlo come un’esperienza terribile: tremori, brividi che percorrono il corpo o vampate di calore improvvise, l’aria che manca senza che vi sia una ragione apparente, il cuore che batte all’inverosimile, l’impressione orribile di stare per morire e non poter fare assolutamente nulla per impedirlo. E dopo la paura, sempre più intensa, che possa accadere di nuovo. In un centro commerciale, a scuola o mentre si sta facendo la spesa, in mezzo alla gente, senza poter avere aiuto perché l’attacco di panico sorge da dentro.

Attacco di panico, sintomo del cambiamento

 

Alle radici dell’attacco di panico: il mito del dio Pan

Nonostante questa visione comune e diffusa si può tentare di porre l’attacco di panico sotto un’altra ottica, ricorrendo al mito come chiave di lettura di questo malessere.

Il termine “panico” trae origine dal dio greco Pan, una delle divinità più antiche del mito greco, rappresentato come mezzo uomo e mezzo capro, selvaggio abitatore dei boschi e profondamente legato alla natura e all’istinto (come farebbe intuire anche il suo aspetto animalesco). In particolare, però, a Pan è riconosciuto di essere il protettore dei viandanti, di tutti coloro che si trovano in cammino.

Ma come si manifestava questa speciale predilezione per i viandanti?

Secondo i greci, quando il viaggiatore rischiava di andare fuori strada, dirigendosi inconsapevolmente verso un pericolo, che si trattasse di un profondo precipizio o di una landa desolata in cui sarebbe stato impossibile sopravvivere, Pan si manifestava “con alte grida”. Lo spavento prodotto dall’apparizione improvvisa del dio Pan è salvifico: il viandante prova smarrimento, confusione ma si rende finalmente conto, paralizzandosi, di essersi perso.

L’intervento del dio produce, dunque, una presa di coscienza e il successivo sforzo di cambiare strada.

I miti non sono altro che tentativi di interpretare la realtà alla luce delle proprie cognizioni e sistemi di pensiero e in quello del dio Pan ritroviamo un’intuizione fondamentale: l’attacco di Panico, l’attacco del dio Pan è un campanello di allarme, un avvertimento posto sulla via di chi si dirige verso una strada sbagliata.

L’attacco di panico come campanello d’allarme

In buona sostanza possiamo rilevare un parallelismo tra quel che sostenevano gli antichi greci e quello che affermano i moderni psichiatri: i primi, infatti, dicevano che chi cadeva preda di un attacco di panico fosse “visitato dal dio”, un privilegiato che aveva la possibilità di un contatto con la divinità; i secondi hanno evidenziato come l’attacco di panico sia uno dei principali sintomi egodistonici che indica una forte vitalità della persona.

Fuor di metafora e da un linguaggio troppo tecnico, l’attacco di panico viene a sconvolgere per aiutare la persona che lo sperimenta a vivere in modo più autentico la propria vita, mettendolo di fronte all’evidenza di una situazione non più sostenibile. Quando ci ostiniamo a negare a noi stessi il cambiamento di cui avremmo bisogno, quando facciamo finta che tutto proceda per il meglio e non ci rendiamo conto di essere ad un passo dal baratro, ecco scattare il panico.

Risolvere l’attacco di panico: tre passi fondamentali

Se davvero il panico può essere interpretato come la spia di un disagio legato all’esigenza di cambiare e prendere in mano la propria vita, allora l’intervento farmacologico – troppo spesso abusato – per quanto efficace, si presenta come il semplice tentativo di silenziare il problema.

Riprendendo la metafora offertaci dal mito di Pan per risolvere gli attacchi di panico dovremo procedere secondo tre passi fondamentali:

  •  sospendere l’agito, esattamente come il viandante che si blocca lungo la propria strada
  •  proiettare lo sguardo dentro noi stessi, privilegiando la riflessione per capire cosa ci sta suggerendo il panico, trovando la forza per abbattere le difese basate sui meccanismi di negazione
  •  andare positivamente verso il cambiamento che, in realtà, è già in atto, accettandolo e rendendolo parte integrante della nostra esistenza

Soltanto in questo modo il segnale lanciato dall’attacco di panico potrà trasformarsi da disagio a opportunità benefica.

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