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Psicologia e cinema
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Cinema e Psicoanalisi
di Giorgiana Ciocci
Quasi sin dai primordi il cinema è stato oggetto dell’attenzione di psicologi e psicoanalisti. Metz ritiene che “ogni riflessione psicoanalitica sul cinema possa essere definita come uno sforzo per sganciare l’oggetto-cinema dall’immaginario e per annetterlo al simbolico”. Leggi tutto...
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Psicologia
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La Crisi come momento di evoluzione
Negli ultimi anni la parola Crisi è entrata con forza nel parlare quotidiano e sempre più spesso sentiamo discutere di crisi economica e delle mille implicazioni che questa parola comporta nella vita delle persone. Meno spesso vengono però approfondite le conseguenze psicologiche che la crisi comporta: perdere il lavoro, faticare nella ricerca di un impiego adeguato, fare turni massacranti e sicuramente poco gratificanti, tutto ciò tende a modificare lo stile di vita di una persona, cambiandone i ritmi, i progetti ed influenzandone i bisogni e le preoccupazioni. A cambiare è la percezione che la persona ha di sé, l’immagine che può e che deve trasmettere agli altri. L’individuo non si riconosce più in un ruolo, nel ruolo sociale che il lavoro trasmette a se stessi e agli altri. Secondo Freud “la salute psichica corrisponde alla capacità di lavorare ed amare”. Leggi tutto...
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Psicologia
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La problematicità esistenziale della scelta
di Simone Ordine
Il nostro sé è un qualcosa di estremamente più complesso e profondo di quel che di volta in volta ci è dato poter manifestare fattivamente, poiché ognuno di noi è posto nella problematica condizione esistenziale di poter scegliere in ogni istante un solo contegno, una sola parola, un solo gesto e così via, anche se gran parte di quel che siamo autenticamente riposa nell’ombra delle infinite possibilità a cui abbiamo rinunciato. Leggi tutto...
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Psicologia
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Psicologia del deficit parentale: alcune coordinate epistemologiche
Di Simone Ordine
Da un punto di vista epistemologico le teorie del deficit parentale rappresentano un caso pressoché isolato nel panorama degli studi psicologici, in quanto esse seguono essenzialmente un approccio di tipo nomotetico, ovvero basato su costrutti relativi a fenomeni di ordine generale. La maggior parte dei filoni di studi in psicologia, infatti, rimangono centrati su un metodo di stampo idiografico, avente cioè come oggetto di studio eventi particolari e non ripetibili (Battacchi 1990). In altri termini, mentre la maggior parte delle scuole di psicologia costruiscono la propria struttura teorica soprattutto a partire dalla osservazione di singoli casi clinici, la psicologia del deficit parentale, seguendo in tal senso un percorso opposto, affronta l’analisi dei casi individuali sulla scorta di teorie valide per l’intera specie del genere umano, derivanti dal campo delle scienze naturali, come la biologia e l’etologia. In relazione all’argomento, ad esempio, risulta opportuno ricordare come la costruzione dell’impianto teorico psicoanalitico, come afferma il suo stesso padre fondatore, sia elaborata principalmente a partire da situazioni terapeutiche ben precise, divenute poi in tal guisa addirittura celeberrime. Si pensi a tal proposito al caso di Anna O., e alla sua importanza nelle prime formulazioni teoriche riguardanti l’isteria; al caso del piccolo Hans, in relazione al concetto di libido; al caso di Dora, per quanto riguarda l’analisi del profondo; all’analisi dell’ “l’uomo dei lupi”, legata alla spiegazione dei fenomeni di controtranslazione (Ellenberger 1970). In tal senso appare evidente come le teorie generali della psicoanalisi, essendo formulate principalmente a partire dall’analisi di singoli casi clinici, getti le proprie fondamenta sulla base di un discorso di tipo idiografico. In modo diametralmente opposto viene elaborata la struttura teorica della psicologia del deficit parentale, la quale studia il comportamento umano a partire da un vertice di ordine generale. Secondo la Psicologia del deficit parentale, infatti, per comprendere l’essere umano occorre innanzitutto studiarlo come specie (ovvero in relazione a quegli aspetti che egli ha in comune con tutti i suoi simili), nei suoi aspetti biologici inerenti alle istanze di adattamento ambientale. In altre parole, per spiegarci il significato e le origini del comportamento umano dovremmo porci la seguente domanda: a cosa serve? Qualsiasi elemento naturale, infatti, trae la sua forma specifica per opera della selezione naturale, che nel tempo lo ha scolpito in quella data maniera, affinché esso svolgesse una funzione ben precisa ed essenziale alla sopravivenza in un dato ambiente. Questo, ovviamente, è vero anche per ogni aspetto riguardante l’essere umano, compresa la sua struttura mentale. Leggi tutto...