obiettivi della psicoterapia 24 Mag 2019

BY: admin

Psicoterapia

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Normalmente, quando si va al primo colloquio con il terapeuta per iniziare un percorso, si arriva già con una domanda esplicita. Qualcosa che ha a che fare con il sintomo, il disagio che percepisce e che vorrebbe superare. Questa domanda, però, è formulata con il livello di consapevolezza di cui dispone in quel preciso momento. Non è possibile, dunque, che si tratti di una domanda competente poiché il paziente manca degli strumenti necessari a formularla.

Il sintomo che si vuole combattere è sempre la manifestazione di un conflitto interiore, di cui non si ha piena coscienza. Compito del terapeuta è accogliere la domanda esplicita ma anche e soprattutto sintonizzarsi con lui e accompagnarlo nella riflessione sugli obiettivi della terapia. Il focus si sposta progressivamente dalla semplice risoluzione del sintomo alla comprensione delle motivazioni sottese, delle cause che giacciono al di sotto della soglia di coscienza. Tutto avviene secondo i tempi del paziente, in un’evoluzione che non può essere pianificata a priori. Lungo il percorso, però, si arriva a ridefinire gli obiettivi in un’ottica più profonda, consapevole e relazionale.

Quali sono gli obiettivi della psicoterapia?

I vari obiettivi perseguiti dalla psicoterapia sono stati evidenziati e approfonditi dalle diverse scuole di pensiero. Di conseguenza, ciascun orientamento terapeutico si propone degli obiettivi specifici. È anche vero, però, che un percorso di terapia dovrebbe lavorare trasversalmente su ciascuno di questi obiettivi.

La risoluzione del conflitto in psicoterapia

Uno dei primi obiettivi è sicuramente la risoluzione del conflitto. Secondo la psicologia del Sé, sintomi e conflitti sono legati tra di loro. Scopo della psicoterapia psicodinamica è quello di esplorare i conflitti inconsci, comprendendone la natura profonda e arrivando, in tal modo, a risolvere il sintomo che ne deriva. Nel volume “Introduzione alla psicoterapia psicodinamica” Gabbard fa l’esempio di un giovane che vive il blocco dello scrittore, legato al timore che il successo raggiunto con la sua opera possa metterlo in una condizione di pericolosa competizione con il proprio padre. Questo conflitto di base può emergere nel percorso di psicoterapia e venire esplorato, esaminato e compreso. A quel punto, il ragazzo può tornare a scrivere con un minor grado di ansia poiché ne ha capito l’origine. Secondo questa prospettiva, il conflitto non viene eliminato, ma la terapia consente delle formazioni di compromesso più efficaci e adattive.

La psicoterapia come percorso per la conoscenza di sé

Per altri terapeuti, scopo e obiettivo della psicoterapia è la conoscenza di sé. Costoro guidano il paziente attraverso un percorso che consente di guardare in sé stessi con occhi lucidi, arrivando a distinguere ciò che sono realmente da ciò che potrebbero essere. Si tratta di un processo che richiama le formulazioni di Winnicott a proposito del vero Sé, il proprio essere più autentico, e il falso Sé, una maschera costruita nel tempo, un senso di identità fondato sull’accondiscendenza a bisogni e desideri altrui e non ai propri. Il risultato della psicoterapia che lavora in questo senso, dunque, sarà la sensazione di vivere secondo la propria reale natura.

Rispecchiamento e conferma: la ricerca di oggetti-sé appropriati

C’è poi l’obiettivo di maggiore capacità nel cercare oggetti-Sé appropriati che deriva dalla prospettiva di Kohut. Quest’ultimo, infatti, ritiene che come individui non riusciamo mai a superare il bisogno che altri svolgano per noi alcune funzioni come il rispecchiamento o la conferma. Si tratta di funzioni essenziali, necessarie alla nostra sopravvivenza. La psicoterapia, seguendo questo filone di pensiero, consente al paziente di cercare e usare in modo più maturo e appropriato oggetti-Sé laddove se ne fa un uso immaturo e maladattivo.

La psicoterapia per migliorare le relazioni interpersonali

Altro obiettivo importante è la possibilità di migliorare le relazioni interpersonali attraverso la comprensione delle proprie relazioni oggettuali interne. Il terapeuta, affiancando il paziente lungo il percorso, lo aiuta a capire come le rappresentazioni interne di sé stesso e degli altri modellino le interazioni e le relazioni nel mondo esterno. Ciò significa anche che il paziente può reintegrare aspetti di sé che tende a proiettare sugli altri. Un esempio, fatto da Gabbard, è quello della paziente che reagisce davanti alla terapeuta ritenendo che essa sia invidiosa dei suoi successi. Analizzando più in profondità questo comportamento, si arriva a comprendere come queste fantasie derivino da una rappresentazione interna della madre, che non ha mai manifestato apprezzamento di fronte ai risultati della figlia. Gradualmente arriva così a comprendere che questa visione è frutto di una proiezione. In tal modo, attraverso un processo di reintegrazione, il paziente può riconoscere cosa gli appartiene direttamente e cosa, invece, appartiene agli altri.

Il dialogo terapeuto e la creazione di significato

Attraverso il dialogo terapeutico si arriva anche a definire nuovi significati relativi a singoli eventi o esperienze. In passato, i terapeuti a orientamento psicodinamico potevano essere protesi alla ricerca del significato inteso come singola interpretazione corretta. Oggi, invece, questo particolare obiettivo va inteso come lavoro di due individui, paziente e terapeuta, che insieme concorrono a costruire significati. C’è una tensione dialettica tra la scoperta di significati inconsci, già presenti, e la creazione di significati attraverso il dialogo. Il risultato di questo processo è una persona in grado di padroneggiare meglio significati che prima erano al di fuori della sua consapevolezza.

Distinguere e riconoscere: il miglioramento della funzione riflessiva

Anche il miglioramento della funzione riflessiva è tra i principali obiettivi della psicoterapia, soprattutto nel caso di pazienti le cui capacità siano state compromesse da esperienze precoci di trauma o trascuratezza. Alla fine del percorso, il paziente dovrebbe aver maturato la capacità e acquisito gli strumenti necessari per operare una distinzione tra la rappresentazione interna dell’altro e ciò che la persona è realmente nel mondo esterno. Inoltre, il paziente dovrebbe essere in grado di riconoscere il senso del mondo degli altri e distinguerlo e riconoscerlo diverso dal proprio.

L’esistenza, la morte, il tempo

Infine la psicoterapia si pone come obiettivo anche la possibilità di esplorare i motivi esistenziali della vita e l’approccio con alcuni vissuti come il tempo, la morte, la spiritualità.

Naturalmente, un terapeuta esperto sarà abbastanza flessibile, tanto da discostarsi da un atteggiamento rigido e dogmatico, legato a un unico orientamento terapeutico. Pazienti diversi possono trarre beneficio da aspetti diversi della terapia. Dunque, il terapeuta sarà in grado di adattare il processo terapeutico e modellarlo sulla base dei bisogni del paziente.

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